November, 4th, 2014

TORINO | BOMBYX 2014 – 2015 | MATTEO THIELA

“Per creare qualcosa mi servo del vuoto”
“To create, I use the void”

Matteo Thiela non conduce mai all’insipidezza del definitivo: concettualismo che lotta è lotta del concettualismo. Continua con questa collezione battezzata BOMBYX, è in greco antico, il baco da seta. Ci sono voluti anni di esperimenti ma l’ha finalmemente brevetato il suo metodo nuovo per fare vestiti. Ci sono voluti anni di esperimenti per che la sua mano muove i fili intorno alla forma del corpo umano e crea un guscio che diventa abito, ispirandosi al baco da seta che con la bava crea la sua crisalide dalla quale l’uomo, dai tempi dei tempi, fila la seta. Con la sua tecnica inventata, il torinese ottiene un tessuto che mantiene l’anatomia e le curve. Un lavoro manuale e molto lungo viene aiutato da una macchina che fa ruotare la forma più velocemente. Ventiquattro sono le ore per ottenere un abito pronto da indossare, che il one hair seta show della modella Kiara immortalato dal talento di Daniela Ferraro del Co.Studio Studio Fotografico di Torino.

Questi vestiti rimangono gonfi, sono tridimensionali. Possono essere tagliati e cuciti, lavati in acqua fredda e se piegati e riappesi, dopo poco tempo riprendono la loro forma originale. In questo processo, molte fasi della sartoria sono superate: non si compra tessuto, non si usano cartamodelli e non ci sono scarti di lavorazione.

“Il mondo non lo si può cambiare ma questa lussuria è irrefrenabile. Qui potrei citare io Nietzsche quando della guerra dice “il vostro nemico dovete cercare, e la vostra guerra dovete condurre e per i vostri pensieri! E se il vostro pensiero soccombe, la vostra sincerità deve proclamare il trionfo! Dovete amare la pace come mezzo per nuove guerre”. Ho la testa dura, non ho saputo/voluto accettare compromessi. Rei Kawakubo fu la mia iniziazione: li dove tutto era banale, lei sorprende in ogni minimo dettaglio.”.

Era l’intervista di Matteo Thiela con Mode Diplomatique di Luglio scorso.

ALESSANDRO BERGA | L’ÉDITOR