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LES ÉTOFFES GLORIEUSES
MADAME FEDE CHETI

“Stoffe chiare, raggiate, trasparenti e pur fatte di fili consistenti che poi finirono per creare una moda per le tende e uno stile nell’arredamento che allora si voleva spoglio, lineare, essenziale funzionale, #FedeCheti mi parve alta, sottile, chiara, un po’ fredda tanto era assorta nelle ricerche del suo lavoro: quasi una nordica. Ci spiegò le sue stoffe una ad una, intenzioni e risultati. Da quella lontana sera ho spesso rivisto Fede Cheti tra le sue stoffe e sempre ho avvertito questa sua maniera di avvicinare noi, pubblico, all’oggetto di sua creazione. Ed ogni volta ho scoperto che la “novità” raggiunte da Fede Cheti erano, sotto l’apparenza di un fatto di estetica, in realtà una conquista tecnica. Direi che tale è la caratteristica dell’arte applicata se non avessi avvertito la stessa preoccupata passione nei pittori, sempre volti a una più chiara, profonda ricerca di espressione.” #GioPonti – La presenza di Fede Cheti alla X #Triennale 1954.

Il testo è indicato a piè pagina come tratto dalla rivista Novità. La rivista #Novità (mensile fondato da #BebeKuster nel 1950 e diretto da #LidiaTabacchi ), fu acquistato poi nel 1964 dall’americana #CondeNast di Samuel Irving Newhouse. Novità era destinato ad un pubblico d’élite e trattava di stile, arredamento e moda. La nuova proprietà ribattezza la testata Vogue e Novità, per poi diventare definitivamente Vogue nel 1966, diretto da Franco Sartori.

Lo spirito manageriale e la sensibilità artistica di Federica Cheti fecero convergere attorno alla sua figura alcuni dei più noti nomi delle arti del ‘900 da Giò Ponti a De Chirico, da Peynet a Sottsass, solo per citarne alcuni.

Oggi dopo quasi 80 anni di storia, l’Atelier, sita nel cuore di #Milano è sapientemente guidata da Alessia Fugazzola Zeni e Teresa Clerici, due imprenditrici dinamiche e attente che sono riuscite a portare avanti l’opera di #FedericaCheti.

#25juillet #ModeDiplomatique